Tango, Samba e Beat: pagine scelte

DUELLANTI di Paolo Condò

Duellanti Copertina

Duellanti Copertina
Sono attento alle autobiografie – aiutano a conoscere meglio la persona anche leggendo tra le righe – ma, salvo eccezioni, non sono più di tanto amante delle biografie, nemmeno quelle dei personaggi che più mi intrigano: c’è sempre il filtro di qualcuno che spesso è lontano dalle vicende e dai luoghi e centrifuga informazioni attinte nella rete; il rischio è di confermare una nostra impressione errata o smentirne una corretta. 

Il rischio che ho corso con questo libro è stato invece proprio quello di non leggerlo.

Per questi motivi copertina, titolo e argomento, anche se molto attraenti, mi suggerivano tuttavia di ignorarlo, ma l’autore è Paolo Condò, mio concittadino, nonché coetaneo, che avevo rincontrato a Trieste poco prima di questo suo esordio negli scaffali delle librerie e poco dopo averne apprezzato le conversazioni in tema di Campionato d’Europa.

Complice un mio fortunato quanto abbondante anticipo ad un appuntamento con un’altra persona, l’avevo rivisto a distanza di un bel po’ di anni dalla comune giovanile esperienza tennistica allo storico Campo Sportivo di Cologna, a Trieste – divertimento a parte, senza grandi risultati per entrambi: oltre a nome, età e natali, in comune abbiamo più o meno anche il fisico – e avevamo scambiato due chiacchiere al Caffè degli Specchi, che per un triestino è sempre luogo di incontri per eccellenza.

Il fatto che da tempo fosse un giornalista dalla penna davvero felice della Gazzetta dello Sport e che fosse riuscito a farmi trovare gradevole persino l’ultimo Campionato d’Europa, ha contribuito a stimolare la mia curiosità, facendomi decidere per l’acquisto del libro.

Curiosità premiata: non solo ho gradito copertina, titolo e tema, ma ho trovato una raffinata analisi fatta da chi aveva vissuto gli eventi sul posto e in prima persona; i Duellanti naturalmente sono José Mourinho e Pep Guardiola, per intenderci, i due che sono in grado di separare due metà del calcio, al pari di Beatles e Rolling Stones in fatto di musica.

Noi italiani siamo ammalati di dualismi e questo è il nostro pane.

Il libro, che vezzosamente Condò definisce romanzo, ma è cronaca, ci permette di assistere ad una partita a scacchi giocata nel 2011, durata diciotto giorni (dal 16 aprile al 3 maggio), nell’arco dei quali Real Madrid e Barcellona si sfidano ben quattro volte tra Liga, Copa del Rey e Champions League.

I risultati passano in secondo piano e così pure i trofei, tutto è oscurato dalle forti personalità dei Duellanti e dalle loro mosse in campo e fuori, alternate tra affondi, parate, colpi di teatro e minuetti: conosciamo i protagonisti e leggendo ne possiamo sentire distintamente la modulazione delle voci, restiamo sospesi nelle loro pause e notiamo tutto il repertorio della mimica facciale della quale sono maestri.

Sullo sfondo, per il nostro piacere, altri dualismi assolutamente minori.

Blancos e Blaugrana nel Clásico, Clàssic in catalano.

Da una parte Messi, “la pulce”, con ancora la sua faccia da bravo ragazzo timido, e dall’altra Ronaldo, con il suo sconfinato narcisismo, entrambi schermati da un’immagine costruita al punto da sembrare autentica: in due il monopolio dei Palloni d’Oro, almeno per questo decennio.

E le tifoserie, quella del Real Madrid, nazionalista, ora votata alla casa reale di Spagna, ma un tempo tanto vicina al dittatore Francisco Franco per amore e per convenienza, e quella del Barcellona, per tradizione animata da ideali di uguaglianza sociale e indipendentismo catalano, che dei fischi all’inno nazionale, in presenza o meno dei reali, fa un atto dovuto.

Chi vince il duello?

Naturalmente le due metà del mondo del calcio rimarranno divise, ma la lettura del libro ci fornisce degli elementi indispensabili per la risposta, la nostra risposta.Duellanti Specchi 1

Duellanti Specchi 1

Per il dramma (sportivo) che si consuma nella vicenda, per i passi e le figure degli interpreti della danza, questa volta parliamo di Tango!  

“Parlare con Pep Guardiola è un esercizio impegnativo perché la velocità del suo ragionamento è astrale, ma nei tratti in cui riesci a reggerti, restando a bordo, la sensazione è molto appagante: capisco, dunque valgo.”

 

“Mourinho è un conversatore profondamente diverso, ma non meno selettivo, perché il suo è un gioco di maschere: ogni parola può nascondere significati diversi e comporsi con le altre seguendo finalità che balenano all’improvviso, come le sorprese di una caccia al tesoro.”

 

“Scottato dal fallimento dell’operazione Ibrahimovich, rispedito in Italia dopo dodici mesi con una minusvalenza secca di 40 milioni, l’allenatore è tornato al modello del suo mentore, Johan Cruijff: dai pulcini alla prima squadra tutte le squadre del Barcellona si muovono nella stessa maniera…”

 

 “…José sorride aperto, ed è come se autorizzasse i presenti a fare altrettanto; da teso che era l’ambiente diventa subito ilare, il controllo sulla platea è una volta di più assoluto.”


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